Per ridurre i profondi divari territoriali della scuola italiana è necessario perseguire in primo luogo due obiettivi: (i) migliorare i livelli di apprendimento degli studenti in tutto il Paese, in particolare, di coloro che oggi si situano sotto la soglia minima delle competenze definita a livello internazionale (in alcune regioni del Sud superano il 30%), (ii) contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico (il 20% non raggiunge un diploma di secondaria superiore), che pone l’Italia fuori dalla norma europea. Con la consapevolezza, fondata su risultati di ricerca, che questi obiettivi non contrastano con la ricerca dell’eccellenza. Al contrario, qualità ed equità della scuola oggi possono e devono procedere insieme.
Si tratta di una priorità nazionale, a cui il futuro federalismo scolastico – previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione e di prossima attuazione – è in grado di dare risposte positive. A condizione di essere un processo ben governato e in grado di responsabilizzare tutte le regioni: un federalismo “per abbandono” potrebbe, invece, aggravare i divari della scuola.
Sono le principali raccomandazioni di politica scolastica che discendono dalle ricerche contenute nel Rapporto sulla scuola in Italia 2010 della Fondazione Giovanni Agnelli.
Il nuovo Rapporto è stato presentato in anteprima nazionale a Roma dal direttore dell’istituto di ricerca torinese, Andrea Gavosto, presso la sede degli Editori Laterza, per i cui tipi sarà in libreria ai primi di marzo. I lavori sono stati aperti da Alessandro Laterza. Alla presentazione hanno partecipato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, Maria Sole Agnelli e John Elkann (presidente e vicepresidente della Fondazione Agnelli).