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L’espansione della scolarizzazione secondaria superiore ha consentito un superamento degli storici divari nelle pari opportunità di accesso all’istruzione in Italia? La risposta è: solo in parte.

Nel suo contributo Uguaglianza delle opportunità nella scuola secondaria italiana, Daniele Checchi (Università degli Studi di Milano), mostra come enormi passi in avanti siano stati fatti nel contenimento delle disuguaglianze di genere. Le ragazze acquisiscono più istruzione dei ragazzi e sono meno affette dal fenomeno della dispersione scolastica. Ma persistono altre forme di disuguaglianza sociale: chi appartiene a classi socio-culturali elevate ancora oggi accede con probabilità maggiore a livelli d’istruzione superiore rispetto a chi ha un retroterra svantaggiato, e ciò si traduce in considerevoli differenziali di reddito nelle successive carriere lavorative. Ma sullo scenario sociale italiano si affaccia anche un altro divario: quello interetnico. I figli dei lavoratori stranieri manifestano maggiore propensione al drop-out e alla canalizzazione in indirizzi formativi che tipicamente non preludono alla prosecuzione degli studi al livello universitario.

Ma la nostra visuale sui temi delle opportunità d’istruzione va ampliata declinandoli non solo in termini di quantità di istruzione ma anche di qualità degli apprendimenti. Il lavoro La questione dell’equità scolastica in Italia – Analisi delle performance in scienze dei quindicenni della scuola secondaria superiore di Luciano Benadusi, Rita Fornari e Orazio Giancola (Università di Roma “La Sapienza”) rivela come i dati dell’indagine internazionale Ocse Pisa 2006 descrivano un sistema scolastico italiano, non solo in ritardo rispetto a quelli dei maggiori Paesi dell’area Ocse, ma anche tutt’altro che unitario al suo interno e incapace di garantire a tutti buoni livelli di conoscenze e competenze. La qualità, nella nostra scuola secondaria, sembra essere confinata in alcuni segmenti dell’offerta formativa (licei) e in alcune aree geografiche (Nord-Est). Le implicazione in termini di iniquità del sistema scolastico italiano sono gravi e richiedono interventi mirati e di sistema.
Una breve rassegna delle politiche attuate a livello macro e micro nel corso del tempo in Italia è riportata nel paper Obbligo scolastico o di istruzione: alla ricerca dell’equità di Luciano Benadusi (Università di Roma “La Sapienza”) e Orazio Niceforo (TuttoscuolA.com). Appare evidente che se nelle singole scuole, nell’ambito dell’autonomia, ci si attiva più o meno spontaneamente per dar luogo a iniziative per il recupero dei gap e per la promozione del successo formativo individuale, a livello di sistema il dibattito sembra essere ancora incagliato tra le secche dell’annosa questione della definizione di obbligo d’istruzione esclusivamente come obbligo scolastico (tutti a scuola) o anche come obbligo di formazione (apprendistato).

I tre paper fanno parte dei contributi di ricerca commissionati dalla Fondazione Agnelli per il suo Rapporto sulla Scuola in Italia 2010.