Una ricerca della Fondazione Agnelli approfondisce la relazione fra frequenza dei servizi per l’infanzia e esiti scolastici in Italia
Con la crescita dell’occupazione femminile, quale ruolo per l’asilo nido e per i servizi per l’infanzia? Si può dimostrare che – al di là della funzione di ‘custodia’ utile ai genitori che lavorano – il ruolo del nido può essere positivo e auspicabile anche per lo sviluppo cognitivo e comportamentale del bambino? Qual è oggi la situazione italiana? E quali le indicazioni di policies per migliorare quantità e la qualità dell’offerta di servizi ?
A questi interrogativi, raramente al centro del dibattito pubblico italiano, dà alcune risposte la ricerca Esiti scolastici e comportamentali, famiglia e servizi per l’infanzia, promossa dalla Fondazione Giovanni Agnelli e realizzata da Daniela Del Boca e Silvia Pasqua (Università di Torino, CHILD e Collegio Carlo Alberto). I risultati della ricerca sono stati anticipati da un servizio su La Repubblica.
Con alcuni risultati importanti, che mettono in discussione la tradizionale diffidenza che in Italia permane verso i servizi per l’infanzia: per la prima volta in Italia emergono indizi che il nido può avere effetti benefici sullo sviluppo cognitivo e comportamentale complessivo dei bambini. Ad esempio, l’aver frequentato il nido sembra aumentare in modo considerevole la probabilità di ottenere buoni punteggi nella scuola primaria, ma anche successivamente alla scuola media e alla scuola superiore. Inoltre, gli effetti positivi del childcare sono maggiori per i bambini che provengono da famiglie più svantaggiate e con più bassi livelli d’istruzione.
Per saperne di più scarica il working paper, la sintesi della ricerca e leggi l’articolo di La Repubblica.