Un paper di Gianfranco De Simone sulla cumulatività degli effetti dell’istruzione
Sebbene tra le missioni fondamentali della scuola media unica italiana vi sia quella di garantire pari opportunità di istruzione a ogni studente, al termine del percorso secondario di primo grado osserviamo significativi divari d’apprendimento su base socio-demografica.
Tuttavia, una misurazione corretta del grado di iniquità della scuola media unica dovrebbe tener conto dell’eredità delle primarie. La cumulatività degli effetti dell’istruzione rischia infatti di tradursi in risposte parziali o fuorvianti se ci si concentra sul punto d’arrivo di un processo educativo trascurando il punto di partenza. In assenza di dati longitudinali si può adottare, a determinate condizioni, una tecnica di pseudo-panel analysis per seguire a livello individuale l’evoluzione degli apprendimenti degli studenti di una medesima coorte. In questo lavoro, dal quale sono tratte alcuni dei risultati più salienti del Rapporto sulla scuola in Italia 2011 (Laterza) della Fondazione Giovanni Agnelli, Gianfranco De Simone applica tale approccio ai dati dell’indagine internazionale Trends in International Mathematics and Science Study (TIMSS) sulla coorte di studenti al grado 4 (IV elementare) e al grado 8 (III media) rispettivamente nel 2003 e nel 2007.
I risultati rivelano che il divario di genere in matematica a sfavore delle studentesse va imputato alla scuola primaria. La scuola secondaria di primo grado non peggiora la situazione in questa disciplina, mentre condivide con la scuola primaria la responsabilità del divario sempre a sfavore delle ragazze in scienze. Nonostante abbiano una maggiore probabilità di svolgere un percorso di studi irregolare (ritardo in ingresso, bocciature) che non li agevola, gli studenti di origine straniera (specie le seconde generazioni) che non si perdono lungo la strada mostrano un notevole recupero alle scuole medie colmando gran parte del gap accumulato entro la fine delle scuole primarie. Di converso, i divari d’apprendimento su base socio-culturale sono una responsabilità quasi esclusiva delle scuole secondarie di primo grado.
Quest’ultimo risultato è particolarmente importante poiché i divari di apprendimento influenzeranno le scelte di prosecuzione degli studi al livello secondario superiore una volta concluso il primo ciclo d’istruzione. Una scelta spesso foriera di esiti molto differenziati in termini di ulteriore accumulazione di capitale umano, di opportunità occupazionali e di realizzazione sociale. Questo studio dimostra dunque che, nel nostro sistema educativo, la selezione su base sociale comincia già nella scuola media unica che rivela d’essere incapace di assolvere a una delle sue missioni fondamentali.