Un’analisi articolata e puntuale dei pro e dei contro, alla luce delle esperienze internazionali
Dare pubblicità ai risultati della valutazione delle scuole significa mettere a disposizione i risultati conseguiti in prove standardizzate o in esami esterni dagli istituti scolastici alle famiglie e a chiunque desideri confrontarli tra loro e identificare su tale base le scuole “migliori” e le “peggiori”.
Si tratta di una prassi consolidata in alcuni Paesi, in particolare laddove il sistema scolastico è più market-oriented. Essa tuttavia è stata ed è ovunque al centro di accanite discussioni e polemiche ed è un punto su cui si assiste a una netta spaccatura di opinioni anche nel mondo della ricerca. Chi è favorevole ne indica i benefici in vista di una maggiore trasparenza del sistema scolastico e dell’orientamento alle famiglie. Chi è contrario ne teme soprattutto gli effetti indesiderati in termini di polarizzazione della qualità degli istituti e, in ultima analisi, di accentuazione dell’iniquità del sistema.
Il paper di Angela Martini (Invalsi) si propone di chiarire i diversi aspetti della questione, esaminando le argomentazioni pro e contro la pubblicità dei risultati delle scuole, nonché i presupposti impliciti nella posizione di quanti ne sostengono l’opportunità, e alcuni esiti delle ricerche empiriche sugli effetti che essa ha sui livelli di apprendimento nei Paesi che hanno adottato questa controversa misura.
Il paper ha rappresentato per la Fondazione Agnelli un testo di riferimento utilissimo e cruciale per la stesura del capitolo 5 del Rapporto La valutazione della scuola, nel quale affrontiamo la questione della pubblicità dei risultati della valutazione, giungendo tuttavia a conclusioni in parte diverse da quelle dell’autrice.