Come saranno le scuole del futuro? I nuovi ambienti di apprendimento al centro dell’iniziativa di Fondazione Agnelli e Compagnia di San Paolo che porterà alla riqualificazione di due scuole a Torino
Il rinnovamento della scuola italiana passa anche dal rinnovamento degli edifici scolastici che ogni giorno ospitano dieci milioni di allievi e insegnanti in tutto il Paese. Intervenire – come si è impegnato a fare il governo – sulle tante emergenze che fanno delle nostre scuole luoghi poco accoglienti e a volte perfino pericolosi è necessario, ma non basta. Bisogna sapere guardare avanti, immaginando come vogliamo che sia la scuola italiana dei prossimi 20-30 anni. E questo, fra le altre cose, significa ripensare gli ambienti di apprendimento, rendendoli funzionali alle esigenze di una didattica nuova e del benessere dei ragazzi e degli adulti che vivono e lavorano negli spazi della scuola, integrandoli meglio nella loro comunità civile e nel territorio.
Il progetto “Torino fa scuola”, promosso dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Giovanni Agnelli, in collaborazione con la Citta’ di Torino, ha origine da una riflessione culturale, pedagogica e architettonica sui nuovi spazi di apprendimento che servono alla scuola italiana. Il progetto prevede un percorso che si concretizzerà in un intervento di profonda riqualificazione di due scuole pubbliche in Torino – la scuola media Enrico Fermi nel quartiere Lingotto e la scuola media Giovanni Pascoli nel quartiere Cit Turin – contribuendo al miglioramento del sistema scolastico locale, ma al tempo stesso esplicitando l’ambizione di “fare scuola” per offrire idee e un modello di riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico replicabile in tutto il Paese.
Genesi e finalità di “Torino fa scuola” sono state presentate oggi in una conferenza stampa da John Elkann, vicepresidente della Fondazione Agnelli, da Luca Remmert, presidente della Compagnia di San Paolo e da Piero Fassino, sindaco di Torino. Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, e Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia di San Paolo, hanno approfondito gli aspetti culturali e operativi del progetto, nonché le fasi della sua realizzazione. È intervenuto Fabrizio Manca, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte.
Che cosa significa pensare alle scuole del futuro, con nuove pratiche didattiche e ambienti di apprendimento pensati per supportarle al meglio?
Per la Fondazione Agnelli che da 18 mesi ha avviato un programma di ricerca sui nuovi ambienti, di apprendimento e che sta lavorando a un Rapporto sull’edilizia scolastica, significa pensare a scuole di qualita’, dove per qualità si intende certamente qualità estetica, ma soprattutto qualità dell’idea pedagogica sottostante. Significa pensare progetti sostenibili (in termini economici, ambientali e culturali), cioè costruire spazi che siano l’esito di una progettazione condivisa dalla comunità scolastica, a partire dalla percezione delle sue reali esigenze, e possano perciò essere da questa effettivamente utilizzati e sfruttati (e non sottoutilizzati, perché percepiti come eccessivamente innovativi). Significa, infine, pensare esempi esportabili, che siano innovativi senza essere utopici, che guardino avanti, ma realisticamente partano da quello che è oggi il patrimonio di edilizia scolastica del Paese e dalla considerazione dei vincoli delle risorse. Se pensata fin dall’inizio con tale finalità, la riqualificazione di un edificio esistente è un investimento che può costituire un modello replicabile per lo sviluppo di altri interventi di edilizia scolastica.
Il percorso di “Torino fa scuola”, che dovrebbe giungere a completamento alla fine del 2019, si articolerà in diverse fasi di lavoro: (1) definizione dei principi pedagogici degli interventi, attraverso una progettazione condivisa con le comunità scolastiche; (2) concorso di progettazione fra giovani architetti e selezione del progetto di riqualificazione; (3) sviluppo del progetto esecutivo e approvazioni; (4) cantiere e consegna della scuola.