Presentato a Torino con John Elkann
Nel 2016 la Fondazione ha prodotto 3,2 milioni di euro di valore aggiunto suddivisi nelle tre principali aree di attività: la ricerca sul sistema scolastico e universitario, i progetti e le iniziative a favore dell’istruzione e la solidarietà sociale.
Stimato, invece, in 311 milioni di euro (ai prezzi di oggi, secondo i coefficienti Istat di rivalutazione monetaria) il valore aggiunto complessivamente prodotto dalla Fondazione Agnelli nei suoi primi 50 anni di attività. Il valore aggiunto prodotto per dipendente è passato da 197mila euro del 1968 a 468mila di oggi, con un marcato aumento della produttività negli anni (indicatori sempre espressi ai prezzi del 2016).
La presentazione del Bilancio Sociale 2016 della Fondazione si è svolta lunedì 30 ottobre nella rinnovata sede di via Giacosa 38, alla presenza del vice presidente John Elkann.
I risultati sono stati illustrati da Stefania Boschetti, partner della società EY, che come ogni anno ha curato le elaborazioni dei dati secondo gli standard internazionali della rendicontazione sociale, e da Andrea Gavosto, direttore della Fondazione, che ha fatto il punto sulle iniziative per il Cinquantenario e ha presentato i programmi e i progetti futuri .
“Dal 2010 la Fondazione Agnelli presenta il proprio Bilancio Sociale – ha spiegato il John Elkann in apertura – Crediamo sia un modo serio per riflettere sul contributo che offriamo alle comunità nazionale e locale in termini di ricerca, di cultura e di progetti concreti nel campo dell’education, dell’imprenditorialità innovativa, della solidarietà sociale. Nell’anno del Cinquantenario questo momento pubblico, che si svolge nella rinnovata sede di via Giacosa 38 a Torino, assume un’importanza anche maggiore, dando l’opportunità di valutare quanto la Fondazione ha fatto in questi decenni e i suoi programmi per il prossimo futuro”.
Come scrive Maria Sole Agnelli, presidente della Fondazione Agnelli, nella sua introduzione, il nostro impegno mette “la scuola, l’università, la formazione sempre – anzi, ora più che in passato – al centro dell’attenzione. Per dare un contributo di idee alla crescita e al benessere dei cittadini italiani e, soprattutto, delle nuove generazioni, dei loro saperi e del loro saper fare. In una parola, del loro futuro”.