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Una discussione con Cisl e Cgil: il direttore della Fondazione Agnelli risponde alle critiche al suo intervento su Il Sole 24 Ore

L’intervento di Andrea Gavosto su Il Sole 24 Ore del 13 giugno (scaricabile sotto) a proposito delle conseguenze della sanatoria per i precari della scuola frutto dell’intesa fra governo e sindacati dell’11 giugno ha suscitato due interventi critici da parte di Maddalena Gissi di CISL Scuola e di FLC-CGIL 

Andrea Gavosto, a sua volta, risponde.

Il mio intervento sul Sole 24 Ore, oggetto delle critiche di CISL e CGIL, affermava due convinzioni che la Fondazione Agnelli non ha scoperto per l’occasione, ma sostiene da anni con perseveranza: (1) avere molte e diverse strade per l’assunzione in ruolo dei docenti – alternative a quella maestra e costituzionale del concorso ordinario –  fa male alla scuola: impedisce criteri uniformi ed equi per verificare le qualità professionali di chi viene assunto a tempo indeterminato e non risolve il problema dei troppi supplenti, come insegna tutta l’esperienza degli ultimi due decenni. L’intesa fra governo e sindacati ripropone in pieno questa logica, affermando che l’esperienza maturata in servizio debba valere di più dell’accertamento delle competenze disciplinari e didattiche, attraverso concorsi riservati o percorsi formativi che comunque conducono al ruolo in modo fortemente agevolato; (2) per avere un corpo insegnante rinnovato e di qualità  serve un sistema di formazione iniziale e reclutamento che metta al centro conoscenze disciplinari e competenze didattiche (e queste ultime non possono essere ridotte a 24 miseri CFU). Qualsiasi verifica della qualità professionale di chi resterà per decenni in cattedra deve riguardare entrambe. L’attuale governo ha azzerato i progressi fatti in questa direzione, senza che il mondo della scuola si ribellasse. Mi fa piacere che i due principali sindacati concordino su questo principio, che dovrebbe essere oggetto di nuova discussione e proposta politica. Così come mi fa piacere che ci siano spazi di apertura e approfondimento sugli altri due ingredienti necessari ad avere in futuro insegnanti di migliore qualità: un’estensione del tempo di lavoro e una reale prospettiva di carriera professionale, a fronte di adeguati incentivi retributivi.

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