Dal Rapporto della Fondazione Agnelli un confronto con il resto d’Europa e proposte di policy
Presentato oggi il Rapporto ITS Academy: una scommessa vincente? L’istruzione terziaria professionalizzante in Italia e in Europa all’Università degli Studi di Milano.
Matteo Turri, docente al Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano e Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, ne hanno illustrato i principali risultati, che sono stati poi discussi da Francesca Borgonovi (OCSE), Giovanni Brugnoli (Confindustria), Brunella Reverberi (Regione Lombardia) e Arduino Salatin (Istituto Universitario Salesiano di Venezia). Il Rettore dell’Università di Milano, Elio Franzini, ha concluso i lavori.
Curato da Matteo Turri, alla guida di un gruppo di ricercatori italiani ed europei, il Rapporto, pubblicato da Milano University Press, analizza la formazione terziaria professionalizzante negli altri tre principali paesi UE (Francia, Germania e Spagna) e in Svizzera, leader a livello internazionale in questa filiera. Dal confronto europeo e dagli studi di caso di nove ITS in Italia, diversi per caratteristiche e area geografica, emergono le principali caratteristiche e criticità attuali del sistema degli ITS Academy, i rischi da evitare e alcune indicazioni di policy per rafforzare – nei numeri, nell’articolazione, nella diffusione e nell’efficacia – l’istruzione terziaria professionalizzante in Italia. Le difficoltà che in Italia ha incontrato la costruzione di un robusto ed efficace sistema di istruzione terziaria professionalizzante è forse la principale spiegazione del numero così basso di laureati nel nostro Paese (poco meno del 27% fra i 30-34enni, contro una media UE di quasi il 42%). Nati circa quindici anni fa, gli ITS – Istituti Tecnici Superiori, ribattezzati ITS Academy – Istituti Tecnologici Superiori dopo la legge di riforma prevista dal PNRR, rappresentano in questo senso il primo tentativo davvero compiuto di dare vita a percorsi di istruzione terziaria professionalizzante, accanto a quelli più propriamente accademici, cercando di colmare il ritardo più che decennale rispetto agli altri paesi europei.
“Gli attuali ITS – ha commentato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – hanno sempre cercato di stringere legami forti con il sistema produttivo circostante (in qualche caso con ottimi esiti, in altri con meno successo), molto meno con il sistema scolastico e quello universitario. A differenza di Francia e Spagna, dove le Sections de Techniciens Supérieurs (STS) e i corsi di Ciclos Formativos de Grado Superior sono direttamente incardinati negli istituti tecnici e professionali, da noi la tendenza degli ITS è di rendersi autonomi dagli istituti di provenienza degli studenti sia come infrastrutture sia come contenuti dei corsi. Oggi gli ITS appaiono come monadi, senza legami organici con il resto del sistema di istruzione: questo comporta che pochi studenti delle superiori siano a conoscenza degli ITS come possibili alternative agli studi universitari e che, inevitabilmente, il loro sviluppo proceda a passo lento. Lo stesso isolamento esiste rispetto al sistema universitario”.
Il Rapporto presenta alcune proposte di policy, come ha affermato Matteo Turri: “Solo una cura attenta ed estesa nel tempo, a livello di policy e manageriale può portare a interventi di successo. Coerentemente, alla luce dei risultati della ricerca non vogliamo proporre formule risolutive, ma quattro assi di azione la cui implementazione coordinata, simultanea e adattiva può sostenere uno sviluppo del sistema degli ITS Academy più ampio, robusto e sinergico con le altre istituzioni impegnate nell’istruzione secondaria e terziaria”.