Dal gruppo di lavoro voluto dal ministro Bianchi un framework culturale per l’edilizia scolastica italiana nei prossimi anni
Sono state presentate ieri a Milano nel corso di una conferenza stampa in Triennale le Linee guida per progettare, costruire e abitare le scuole del futuro, che saranno alla base del concorso di progettazione delle nuove scuole previste dalla missione 2 del PNRR.
Alla presentazione ha partecipato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha voluto illustrare il lavoro del comitato di architetti, pedagogisti ed esperti di scuola voluto dallo stesso Ministro per definire il framework culturale dei futuri interventi per l’edilizia scolastica in Italia.
Il gruppo di lavoro che ha elaborato il documento è formato da: Arch. Massimo Alvisi; Arch. Sandy Attia; Arch. Stefano Boeri; Arch. Mario Cucinella; Dott. Andrea Gavosto; Arch. Luisa Ingaramo; Prof. Franco Lorenzoni; Dott.ssa Carla Morogallo; Arch. Renzo Piano; Dott.ssa Raffaella Valente, Arch. Cino Zucchi.
La Fondazione Agnelli è rappresentata nel comitato dal direttore Andrea Gavosto e da Raffaella Valente, che hanno portato un contributo specifico sulla base delle ricerche svolte per il Rapporto sull’Edilizia Scolastica (Laterza, 2020) e dell’esperienza realizzata con il progetto Torino fa scuola, in collaborazione con la Compagnia di San Paolo, che ha condotto alla riqualificazione degli edifici di due scuole medie statali della città (Fermi e Pascoli), con un profondo rinnovamento degli ambienti di apprendimento e del modo di vivere la scuola.
“Quando si costruiscono nuove scuole – ha detto Andrea Gavosto durante la conferenza stampa – ma anche quando si interviene su quelle già esistenti per rinnovarle e riqualificarle, l’obiettivo di offrire agli studenti spazi e ambienti di apprendimento favorevoli all’innovazione didattica deve essere al centro dei nostri pensieri, non meno delle preoccupazioni per la sicurezza e la sostenibilità. Le scuole sono destinate a durare a lungo, talvolta decenni. Perciò vanno pensate per accompagnare e adattarsi nel tempo all’evoluzione di come si insegna e di come si impara”.
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