Vai al contenuto principale

Il testo dell’audizione della Fondazione Agnelli presso la Commissione incaricata di elaborare e formulare proposte finalizzate alla eventuale revisione delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida relative al primo e secondo ciclo di istruzione

Il 17 giugno scorso la Fondazione Agnelli è stata sentita nell’ambito di un’audizione della Commissione di Studio, voluta dal Ministro Valditara e incaricata di elaborare e formulare proposte finalizzate all’eventuale revisione delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida relative al primo e secondo ciclo di istruzione, presieduta dalla Professoressa Loredana Perla.

La Fondazione ha accolto l’invito con spirito costruttivo. Siamo, infatti, convinti che ogni riforma dell’istruzione richieda di coinvolgere nella discussione tutto il mondo della scuola, rivolgendosi ai docenti e ai dirigenti, ma anche a quanti di scuola si occupano in altri ruoli e responsabilità, dalle rappresentanze di categoria agli studiosi di scienze dell’educazione, dagli esperti e ricercatori delle varie discipline interessate ai diversi stakeholder.

Nel testo integrale, a cui si rimanda sotto, si trovano le nostre risposte alle domande poste dalla Commissione; domande molto aperte, in assenza per il momento di un documento di discussione da parte della Commissione.

La Fondazione Agnelli ha, tuttavia, in premessa manifestato alcune perplessità di merito e di metodo sul senso e sugli obiettivi dell’operazione.

Ci chiediamo, soprattutto, perché intervenire sulle Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012, quale sia l’urgenza o la priorità di questa scelta, quali le criticità avvertite dal Ministro, che lo hanno portato ad avviare un processo di revisione che – per quanto se ne sa – vorrebbe essere di ampia portata.

A nostro avviso, le Indicazioni – aggiornate nel 2018 – sono ancora largamente apprezzate e considerate un riferimento dal mondo della scuola e dagli insegnanti. E, peraltro, anche da alcuni recenti documenti dello stesso Ministero, come le Linee Guida sull’insegnamento delle STEM (ottobre 2023).

Non riteniamo ovviamente che le Indicazioni nazionali del 2012 siano immutabili, anche perché ciò sarebbe contrario al metodo di lavoro inaugurato proprio in quella circostanza, quando – dopo un’amplissima consultazione – venne riconosciuta la necessità di garantire una continua revisione del testo, così da recepire quanto di nuovo e di significativo per la scuola si viene via via manifestando nel campo della ricerca scientifica o tecnologica, così come nella società. A differenza dei tradizionali Programmi, che erano pensati per durare a lungo, le Indicazioni non avevano infatti questa ambizione, perché nascono in una fase storica caratterizzata da rapidissimi cambiamenti, che pongono la scuola continuamente di fronte nuove sfide. Per recepire tali cambiamenti, era stato istituito un Comitato scientifico, incaricato di rilevare il cambiamento e proporre modifiche conseguenti, in dialogo con il mondo della scuola, della ricerca, degli stakeholder.

Frutto di questo lavoro di revisione e di manutenzione è, ad esempio, il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari del 2018, che recepiva gli orientamenti emergenti più significativi, soprattutto a proposito dei temi dell’ambiente e della sostenibilità (Agenda 20230 dell’ONU) e della sempre maggiore rilevanza che le tecnologie digitali andavano assumendo.

Il nostro suggerimento è di continuare con lo stesso metodo, ripristinando il Comitato scientifico nazionale – ancora previsto dalla normativa vigente – e avviando un vero confronto con il mondo della scuola, finalizzato a integrare e migliorare, ma non a stravolgere un testo largamente apprezzato e ancora attuale culturalmente e nei principi pedagogici che lo ispirano. Questo non esclude, a nostro avviso, nuovi aggiornamenti su temi emergenti (ad esempio, il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella società e nella scuola), così come la ricerca di un più coerente raccordo fra primo e secondo ciclo (ad esempio, rafforzando la funzione orientativa della scuola secondaria di I grado).

Infine, da interventi del Ministro e di esponenti della Commissione riferiti dai media, si può desumere che una delle criticità del testo delle Indicazioni 2012 riguardi l’idea di cittadinanza, la cui costruzione è compito fondamentale per la scuola di oggi. Il testo sarebbe poco attento a un’educazione che renda consapevoli dell’identità nazionale e, al contrario, troppo sensibile a una visione mondiale dei problemi. Alla Fondazione Agnelli sembra, invece, che le Indicazioni offrano un importante contributo a declinare l’idea di cittadinanza italiana in termini più ricchi del passato, nella consapevolezza sia dei mutamenti avvenuti nella società e nella popolazione italiane, in particolare, con la crescente presenza nelle scuole di ragazzi e ragazze di origine straniera (in maggioranza già di seconda generazione) sia dell’intreccio che lega oggi il locale al globale, l’Italia all’Europa, la propria città al mondo.

Scarica qui la memoria completa dell’Audizione