La ridefinizione del ruolo e dei contenuti della scuola oggi non può non farsi carico dei problemi posti sul versante del sapere e del comunicare dalle “nuove” tecnologie.
All’interno di una società fortemente segnata dalla comunicazione e dalle ICT, l’istituzione scuola deve smettere di pensarsi come luogo separato, distanziato e distanziante rispetto al mondo, e accettare di essere ed essere vissuta come “filtro”, o nodo in una rete di costruzione sociale del sapere (importante e determinante sì, ma sempre in quanto nodo). Rifiutando l’usurata dicotomia fra un ‘continuismo’ che guarda con nostalgia a una presunta età dell’oro della scuola e uno “svoltismo” sterile nella sua ansia di cambiare ogni volta ogni cosa, il paper di Roberto Maragliano – docente di Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento presso l’Università Roma Tre – mette a fuoco alcuni dei nodi concettuali indispensabili ad avviare una ridefinizione di ciò che è giusto e irrinunciabile insegnare e far apprendere in una scuola che sta inevitabilmente perdendo l’esclusiva di apparato reale e simbolico per la riproduzione di cultura.
Il paper fa parte dei contributi di ricerca commissionati dalla Fondazione Agnelli per il suo Rapporto sulla Scuola in Italia 2010.