Previsto dalla Costituzione, il passaggio alle Regioni di molte competenze sulla scuola ancora non si compie. Ora, però, il federalismo fiscale incalza…
A quasi un decennio dalla revisione costituzionale del 2001, il confronto politico e tecnico fra lo Stato e le Regioni per l’attuazione di quanto previsto dal Titolo V in materia d’istruzione resta ancora in una situazione di stallo.
Da tempo è pronto un Accordo, frutto di una lunga e complessa trattativa in ambito di Conferenza Unificata, per gestire in modo razionale l’inevitabile fase di transizione che accompagnerà il passaggio di molte competenze legislative, oltre che amministrative, alla titolarità delle Regioni. Ma l’accordo non è stato ancora firmato, in larga misura per via dell’elevata conflittualità che ha visto spesso Regioni e Stato su fronti opposti, richiedendo continui interventi da parte della Corte Costituzionale.
Permane, peraltro, una notevole incertezza sulla definizione dei cosiddetti Livelli Essenziali delle Prestazioni: nella inevitabile e per certi versi desiderabile differenziazione dei servizi scolastici da luogo a luogo, i LEP devono definire standard comuni per garantire un’adeguata omogeneità delle prestazioni che afferiscono al diritto all’istruzione per tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza. Dovrebbero essere, in altre parole, uno strumento per impedire l’accentuarsi di quei divari territoriali nella qualità della scuola, che oggi costituiscono grave motivo di preoccupazione e sono ritenuti la principale spiegazione del ritardo del nostro sistema d’istruzione nel quadro europeo e internazionale.
La mancanza di chiarezza e di accordo su che cosa possano e debbano essere i LEP per la scuola rischia, peraltro, di mettere in difficoltà l’iter della legge sul federalismo fiscale (legge Calderoli). Quest’ultima, infatti, è tenuta a individuare entro il 2011 i criteri e regolare l’integrale finanziamento dei LEP da parte dello Stato, attraverso il principio del costo standard e meccanismi di perequazione.
In questo contributo – costituito da due testi strettamente collegati, ma di distinta origine – alcuni dei principali nodi critici vengono mesi a fuoco da Annamaria Poggi, illustre costituzionalista e Presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, da anni protagonista del dibattito politico, culturale e tecnico sulla complessa questione.
Il contributo fa parte di quelli commissionati dalla Fondazione Giovanni Agnelli per il proprio Rapporto sulla scuola in Italia 2010.