Una proposta condivisibile, ma con molte questioni aperte. Andrea Gavosto interviene su La Stampa
Nei mesi scorsi aveva avuto molto risalto la notizia che in alcune scuole superiori statali e paritarie italiane erano state avviate sperimentazioni per portare a termine il ciclo secondario di II grado in quattro anni, anziché in cinque, con l’avallo del Miur e il giudizio favorevole del ministro Carrozza. In una delle sue prime uscite pubbliche, il nuovo ministro dell’Istruzione Giannini ha ripreso il tema, in termini possibilisti.
Su La Stampa del 28 febbraio il direttore della Fondazione Agnelli interviene spiegando le ragioni per accogliere con favore l’ipotesi di una riduzione del ciclo, ma indicando alcuni importanti interrogativi che vanno affrontati e discussi per dare reale efficacia alla proposta, evitando in particolare che essa si limiti a una “restrizione del curricolo” e inserendola in un più ampio ripensamento dei contenuti di tutto il percorso scolastico nel nostro Paese.