Sul Corriere della Sera un approfondimento critico della Fondazione Agnelli sul piano di assunzioni del Governo
Ci sono seri problemi di mismatch disciplinare e territoriale, a causa del quale quasi metà delle GAE già oggi non è in grado di coprire le cattedre che nella scuola statale restano scoperte ogni anno. Non mancano, inoltre, problemi di equità nei confronti di altri precari delle graduatorie d’istituto, che in gran numero e sovente abilitati insegnano, invece, regolarmente sui posti che le GAE non riescono a coprire. Infine, troppo poco si sa della qualità del profilo professionale delle GAE, in particolare, di quella di chi non insegna da tempo o addirittura non ha mai insegnato (e ora verrebbe assunto in ruolo).
Sono queste le tre principali criticità che preoccupano e fanno pensare che l’idea de La Buona Scuola di assumere tutti i precari storici delle Graduatorie ad Esaurimento all’inizio del prossimo anno scolastico, se realizzata senza radicali correttivi, potrà avere effetti molto negativi, con il rischio di abbassare la qualità dell’offerta formativa e ostacolare nei prossimi anni il rinnovamento della scuola italiana e del corpo docente. La stessa intenzione – giusta e condivisibile – di andare verso la costituzione di un organico dell’autonomia, più esteso nei numeri e più ampio nelle funzioni e nelle responsabilità didattiche, rischia di fallire se si adotta la logica capovolta de La Buona Scuola, che parte dalla necessità di assumere tutte le GAE e non dagli effettivi bisogni della scuola nel presente e nel prossimo futuro.
Questo è l’allarme che ha lanciato la Fondazione Agnelli in un approfondimento analitico e critico del piano straordinario di assunzioni presentato in autunno con La Buona Scuola, piano che avrà un ruolo centrale nel decreto che il Governo sta preparando in questi giorni.
Il Corriere della Sera ha anticipato oggi con un articolo di Gianna Fregonara il senso e i contenuti del documento, che è scaricabile da questa pagina insieme a un allegato con i grafici.