Intervento di Andrea Gavosto al convegno alla Camera dei Deputati “La scuola di tutti. Dopo la legge 107/2015, politiche per la giustizia in educazione”
A che punto siamo con il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV)? Come proseguirà il processo in questo anno scolastico, dopo la prima tornata di Rapporti di Autovalutazione (RAV) preparati dalle scuole? E, più in generale, quali le prospettive e le criticità della valutazione in Italia, alla luce delle scelte operate in merito dalla Buona Scuola (legge 107/2015)? Infine, ci sono lezioni che possono venire dal Rapporto redatto dalla Fondazione Agnelli a valle della sperimentazione VSQ del MIUR, che per tre anni ha “messo alla prova” il modello di valutazione delle scuole destinato a trovare forma nel Regolamento del SNV previsto dal DPR 80/2013?
A queste domande ha provato a dare risposta Andrea Gavosto nel suo intervento al convegno “La scuola di tutti. Dopo la legge 107/2015, politiche per la giustizia in educazione” organizzato venerdì 22 gennaio alla Camera dei Deputati, che ha dedicato una sessione di discussione a un aggiornamento critico delle questioni che oggi restano aperte in tema di valutazione.
Il direttore della Fondazione Agnelli ha ripercorso l’evoluzione del SNV dal modello originario delle cosiddette “tre gambe” (Invalsi + ispettori MIUR + Indire), che dava maggiore rilievo al ruolo della valutazione esterna, fino alla situazione attuale, che vede per contro un’enfasi superiore e forse eccessiva sull’autovalutazione – attraverso i RAV – e lascia per il momento relativamente indeterminata la sua effettiva integrazione con gli strumenti della valutazione esterna (indicatori oggettivi, fra cui i dati Invalsi e il valore aggiunto, e le visite ispettive), senza i quali l’autovalutazione resta autoreferenziale e poco efficace. Vanno, inoltre, rilevate alcune criticità che potranno sorgere nel prossimo futuro (1) dalle carenze e dai ritardi nella formazione dei Nuclei esterni di valutazione, incaricati delle visite ispettive e guidati da dirigenti tecnici, oggi ancora in numero inadeguato; (2) dalla conseguente difficoltà a svolgere ogni anno un numero sufficiente di visite (al momento la previsione è di visitare annualmente il 5% delle istituzioni scolastiche, cosicché potrebbero volerci anche 20 anni prima che una scuola ne riceva almeno una…); infine, (3) dall’incertezza che permane sui criteri per identificare quali scuole vanno visitate per prime.
Un secondo nodo problematico deriva – secondo la Fondazione Agnelli – dalla scelta della legge 107 di aggiungere alla valutazione delle scuole (prevista dal DPR 80) e alla valutazione dei DS (prevista dal D.lgs. 165/2001 e ripresa nella nuova normativa) la valutazione dei singoli docenti, attraverso un bonus annualmente assegnato dai DS sulla base dei criteri del Comitato di valutazione interno alla scuola. È stata così creata una sovrapposizione fra SNV e legge 107, dalla quale possono scaturire incoerenze, paradossi e un disallineamento degli incentivi che “non garantisce che tutti i soggetti coinvolti abbiano obiettivi di miglioramento comuni e ciascuno risponda solo di ciò su cui può esercitare influenza diretta”.
Infine, Gavosto ha suggerito alcune lezioni che provengono dal Rapporto realizzato dalla Fondazione Agnelli sulla sperimentazione VSQ e delle quali l’attuale dibattito dovrebbe tenere conto. La sperimentazione, voluta dal ministro Gelmini e svolta dal MIUR fra il 2011 e il 2014 in 77 scuole medie di tre province italiane (Pavia, Arezzo e Siracusa), si proponeva di mettere “alla prova” il modello di valutazione delle tre gambe, con l’impiego di indicatori di valore aggiunto e di visite ispettive, introducendo incentivi premiali per le scuole risultate migliori. La sperimentazione, monitorata dalla Fondazione, ha offerto un’ottima occasione per mettere a fuoco le difficoltà che inevitabilmente si incontrano quando si tenta di calare nella quotidianità e nella concretezza della vita scolastica un nuovo impianto valutativo
Quattro lezioni di VSQ, in particolare, appaiono rilevanti per il presente della valutazione: (1) nonostante premi e piani di miglioramento, gli apprendimenti degli studenti delle scuole VSQ non hanno registrato miglioramenti superiori a quelli delle scuole del campione di controllo, mentre, invece, ci sono stati buoni progressi nelle altre aree didattico-organizzative osservate durante le visite; (2) è necessario trovare un equilibrio fra “la dittatura dell’indicatore unico” e la dispersività di volere valutare tutto e tutti, un rischio quest’ultimo presente nell’attuale SNV; (3) per risultare efficace la valutazione deve essere tempestiva: se il processo è ritardato o dura troppo a lungo, come oggi si può temere, viene meno la titolarità dei processi di miglioramento, specie a causa dell’elevato turnover di DS e docenti; (4) i DS delle scuole VSQ hanno dimostrato difficoltà ed esitazioni nella gestione delle risorse premiali: a un anno di distanza meno di un terzo le aveva già allocate e – quando queste sono andate ai docenti – sono state assegnate in molti casi “a pioggia”, a conferma di una lontananza culturale delle scuole dalla logica premiale. Per analogia, ci si può domandare: come si comporteranno DS e Comitati di valutazione alle prese con i bonus per i docenti previsti dalla legge 107?
Scarica il Rapporto VSQ della Fondazione Agnelli e la presentazione di Andrea Gavosto al convegno della Camera dei Deputati.